Elisa Zadi interpreta il tema proposto per la mostra attraverso una serie di installazioni pittoriche. In alcune di esse, la bidimensionalità della tela si interrompe grazie a dei nastri applicati; questi prima dipinti e poi reali, creano un effetto in trompe-l’oeil che esce dalla tela e si propaga nello spazio circostante andando incontro allo spettatore. Altre installazioni invece si esprimono in polittici giocando su un’alternanza di elementi naturali e artificiali come animali, piante, materiali plastici e tessuti. Alcuni panneggi dipinti ad olio su tessuto grezzo sono delle vere e proprie “Presenze” (titolo di una di queste opere) che emergono dal supporto-tessuto. Queste forme sembrano generarsi dalla trama grezza della tela, hanno increspature che ricordano montagne e fluttuano come pianeti nella galassia, corpi e sé stanti che hanno un peso materico e nel vuoto pittorico dello spazio intorno acquistano una valenza sospesa e metafisica. Scrive la curatrice Laura Monaldi: “La trama è una linea trasversale capace di evolversi; è un filo che crea intrecci e legami; è la parte invisibile dell’origine; è la parte indistruttibile dei sensi fra l’io e il mondo; è di fatto ciò che ci tiene ancorati a una tradizione culturale e artigianale, alle fondamenta della vita come storia senza fine di uomini e donne che, tra fatti, interpretazioni e intrighi, hanno intessuto l’attuale presente. La trama costituisce, nelle sue declinazioni, il punto di partenza per una riflessione poetica e artistica che quattro artiste hanno portato avanti all’unisono, in una sinergia d’intenti che avvicina l’armonia degli elementi naturali al principio esistenziale dell’uomo, riflesso in un tempo di caos e di visioni rivoluzionarie. Quattro artiste per quattro voci che si completano in un unico viaggio riflessivo e operativo: dal privato della propria identità si liberano delle vecchie categorie per vestirsi di nuove ideologie, di nuove libertà, di nuove scelte.”
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