Il “Tempo Perduto”, parla di figure che tentano una relazione, fra di esse e con la natura, cercano di far parte di una realtà, ahimè fluida, inafferrabile, in continuo cambiamento e movimento, come sostiene Bauman. Questo è reso da sovrapposizioni pittoriche che simulano le molteplici percezioni della realtà mutevole, alludono all’elemento acqua come liquidità fisica e psichica e si costituiscono di una pittura che si crea per trasparenze, dissolvenze, apparizioni e materializzazioni coloristiche. Fra presenza e assenza cerco di perseguire una ricerca di “perfezione come bellezza” che nel contempo mi incanta e mi sfugge, mi seduce e trasporta; a volte l’immagine si rivela cruda e diretta, disillusa, altre volte velata o nascosta, ma sempre facente parte del reale. “Voglio che la mia pittura sia chiara e leggibile come una scrittura, per questo lascio visibile ogni passaggio disegnato, pittorico o preparatorio all’opera, che ultimamente si manifesta in sovrapposizioni e trasparenze“.