TOUCH MY SOUL
L’opera “Touch my Soul “ vuole coinvolgere lo spettatore in un percorso tattile oltre che estetico. Il toccare diventa un esperienza conoscitiva, si tocca per sentire, capire, si tocca per conoscere l’oggetto, per andare oltre la sua superficie ed alzare il velo dell’apparenza. Toccare diventa un modo per tentare di afferrare l’essenza dell’oggetto e conoscere la sua segreta verità. Attraverso questi tre processi vedere, guardare e toccare io verifico un’attività conoscitiva tangibile, legata all’instintualità umana del conoscere. Se per Hildebrand l’artista “tocca con gli occhi” le superfici che osserva, in questa opera la Zadi ci pone di fronte ad un’ulteriore verifica alla quale non ci si può sottrarre: toccare per capire quello che vedo, quindi toccare per vedere più a fondo. Concettualmente si vuole riflettere sulla differenza che c’è fra vedere e conoscere; la prima ci dà una considerazione superficiale e immediata, la seconda ha bisogno della nostra attenzione per essere rivelata e in questo caso di essere toccata. Se non abbiamo la volontà di conoscere meglio una cosa questa rimane priva di interesse per noi; possiamo capirla, conoscerla, solo se vogliamo entrare in relazione , in una sorta di comunione con essa; in questo caso abbandonandosi alla scoperta tattile e affidandosi all’artista che diventa la guida esperienziale. Il toccare è diventato sempre di più un fattore legato alla pragmaticità delle cose, distanziandosi dalla ricchezza della sensorialità di per sé; Elisa Zadi con questa opera vuole porre l’attenzione ad una riscoperta del tatto legato alla sensibilità di varie texture che ricalcano materie diverse e che lo spettatore bendato sarà guidato a sentire. Cosa/Come sento senza vedere?
L’opera si presenta celata da un tessuto di broccato nero; attraverso tre fessure lo spettatore privato della vista e guidato dall’artista potrà inserire le mani e sentire le varie superfici; solo dopo questa esperienza tattile il partecipante viene invitato alla scrittura di una o più sensazioni, sempre non vedendo. Come scrivo senza vedere? Ogni frase scritta dal partecipante è subito recitata e attaccate dietro la scena. Solo alla fine dei partecipanti alla performance verranno svelate le formelle-texture celate, ricoperte di foglia d’oro e verrà recitato l’epilogo della performance:
“Guardare è Toccare con gli Occhi,
Toccare è Vedere con le Mani.
Perchè il Visibile e il tangibile
altro non sono
che specchio dell’Invisibile.
Touch my soul.”
The opera “touch my soul” wants to involve the spectator in a tactile path beyond that aesthetic. The tap becomes a cognitive experience, touching to hear, understand, you touch to know the object, to go beyond the surface and lift the veil of appearances. Touch becomes a way to attempt to grasp the essence of the object and know its secret truth. through these three processes see, look and touch, I’m checking out a task tangible human instintualità linked cognitive know. Whether Hildebrand the artist “tap with eyes” surfaces looking in this opera Elisa Zaldi presents us with a further check which you can’t subtract: touch to understand what I see, then tap to see deeper .Conceptually we want to reflect on the difference between seeing and knowing; the first gives us a superficial and immediate consideration, the second needs our attention to be revealed and, in this case, to be touched. If we don’t have the will to learn about something, it remains devoid of interest to us; We can understand you, meet you, only if we want to enter into a relationship, in a sort of communion with it; in this case, abandoning himself to explore touch and relying on the artist who becomes the experiential guide. Touching has become increasingly a factor related to the pragmatism of things, distancing himself from the wealth of sensoriality by itself; Elisa Zadi, with this work wants to focus attention to a rediscovery of touch related to the sensitivity of various textures that mimic barks of trees and that the viewer will be led blindfolded to me. What/How I feel without seeing?
The work is presented concealed by a black brocade fabric; through three slots in the spectator, deprived of sight and driven artist, you’ll put your hand and feel the various surfaces; only after this tactile experience the participant is asked to write one or more sensations, always seeing no. As I write this without seeing it? Each phrase, written by the participant is immediately recited and attacked behind the scene. Only at the end of the performance, participants will be revealed the briquettes texturate, covered with gold leaf and resonates the epilogue of the performance.
“Watching you Touch your eyes,
Touch you See with your hands.
Because the visible and Tangible are nothing
that mirror of the invisible.
“Touch my soul”
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