Psyche-Gohei, 2016, olio su tela, specchi, carta e corda, diametro cm 700. Parco di Villa Demidoff, Firenze.
dentro è oltre/inside is over
Il progetto di Elisa Zadi intende far riflettere i partecipanti su due tematiche a lei particolarmente care: l’introspezione psicologica e la sacralità dell’albero. Psyche, oltre che anima, era il nome che nel periodo rinascimentale individuava lo specchio posto nella stanza privata; i gohei, invece, sono delle decorazioni cartacee che in Giappone vengono messe a omaggiare gli alberi-kami, alberi centenari e quindi sacri. Come da tradizione orientale, l’opera si presenta come una corda-circonferenza da installare al tronco dell’albero prescelto: questa si compone, ad intervalli ritmati, da piccoli autoritratti su tela eseguiti allo specchio, dagli specchi-psyche che riflettono la luce e i volti dei partecipanti alla performance, e dai gohei contenenti messaggi dedicati. Scrive Marco Palamidessi, curatore dell’evento: “In questa nuova azione performativa di Elisa Zadi, concettualmente penetrante, gli elementi vengono simbolicamente e fattualmente a incontrarsi e a convivere, pur appartenendo a due culture e filosofie lontane nel tempo e nello spazio, come quella greco-occidentale e quella nipponico-orientale. L’artista riesce con semplicità ad unirli in un’opera che vuole essere universale, superando ogni distanza culturale e geografica, ricordandoci la nostra natura di esseri viventi composti dai medesimi elementi. Chiamato ad avvicinarsi, l’osservatore entrerà in contatto non soltanto con gli autoritratti, frutti figurativi derivati dall’indagine pittorico-introspettiva che molto ha contribuito a definire la personalità di Elisa Zadi nel panorama contemporaneo, ma avrà modo di confrontarsi con se stesso. Fondamentale è lo spazio naturale dove l’esperienza avverrà, il bosco, uno dei luoghi sacri ed animati per eccellenza. Si dice che se non vai nei boschi, se non sai abbandonarti alla Natura con libertà e coraggio, nulla in verità potrà succedere mai e la vita non avrà un vero e proprio inizio. Lo stesso si può dire per l’Arte in sè, che è il modo più alto e intenso per conoscere noi stessi”.
The Elisa project Zadi intends to reflect the participants on two issues to you particularly care: psychological introspection and the sacredness of the tree. Psyche, as well as soul during the Renaissance, was the name that identified the mirror placed in the private room; the gohei, are paper decorations that, in, Japan are made to Eastern tradition, the work looks like a rope-circumference to install the trunk of the tree: this is composed, rhythmic intervals, from small portraits on canvas made in the mirror, mirrors-psyche that reflect light and flights of the participants in the performance, and gohey containing dedicated messages.Marco Palamidessi, curator of the event, says: “in this new performance action of Elisa Zadi, conceptually prenetante, items are symbolically and factually, to meet and live with, while belonging to two cultures and philosophies that are distant in time and space, as the Greek- Japanese and Eastern – Western. The artist manages with ease to merge them into a work that wants to be universal, overcoming , and every cultural and geographical distance, reminding us of our nature of living beings composed of the same elements.Called to come closer, the observer will come into contact not only with self-portraits, figurative fruits derived from the pictorial introspective-investigation that much helped to define the personality of Elisa Zadi in the contemporary scene, but will be able to confront himself too. The natural area is essential where the experience, the forest, one of the sacred places and animated. It is said that if you don’t go in the Woods and can’t abandon yourself to nature with freedom and courage, nothing will ever happen, and life will not have a real beginning. The same can be said of the art itself, which is way higher and intense to know ourselves .
http://zadielisa.blogspot.it/2016/04/psyche-gohei.html
ph Marco Palamidessi e Myriam Cappelletti
Il Bosco dei Poeti è un luogo eletto per la mente e per lo spirito, nonchè uno dei musei a cielo aperto più importanti del Belpaese. È infatti una via immersa nel verde con poesie, opere e disegni di artisti italiani e internazionali, fra cui Alda Merini, Maurizio Cattelan, Arturo Schwarz, Nicola De Maria, Luigi Ontani, Ezra Pound, Mario Rigoni Stern, Sarenco, Edoardo Sanguinetti, Toti Scialoja, Andrea Zanzotto, Patrizia Cavalli, Nanni Balestrini, Mauro Dal Fior, Jakob De Chirico, Laurina Paperina e molti altri. Ad aprire il percorso, una poesia donata da Papa Giovanni Paolo II Karol Wojtyla, incisa su pietra; accanto, un pensiero scritto da Sua Serenità Altissima il Dalai Lama, infine due grandi pietre realizzate dall’artista francese Ben Vautier.
ph Marco Palamidessi
A pochi chilometri da Firenze c’è l’oasi verde del Parco di Pratolino. Fra prati, boschi e laghetti, uno dei parchi più grandi della Toscana e dal 2013 riconosciuto patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Voluta da un Medici, Francesco I, che ne fece un parco delle meraviglie, è conosciuta come Villa Demidoff dalla famiglia di industriali di origine russa che l’acquistò nel 1872. La splendida Villa che fu fatta edificare nel Cinquecento non esiste più; il parco arricchito di giochi d’acqua, labirinti, automie grotte artificiali è stato spogliato nei secoli delle sue opere. Ma resta l’incanto di una natura possente, con grandi spazi verdi, fitto bosco, i prati, oltre alle “meraviglie” che ancora lo popolano, dal Gigante dell’Appennino, opera del Giambologna, alla grotta di Cupido, dalla fontana del Mugnone alla cappella, progettata da Buontalenti nel 1580.
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