dalla teoria che nel paesaggio dietro la Gioconda si possa riconoscere il ponte romano nella località di Buriano ad Arezzo. Ed è qui che l’opera viene concepita nell’estate siccitosa del 2017 durante un soggiorno aretino, quando le rive dell’Arno a Ponte a Buriano si sono prosciugate quasi totalmente. Cosa avrebbe fatto Leonardo se si fosse trovato in una situazione climatica di emergenza?
“Pensando a Leonardo o La macchina della Pioggia” è stata la mia risposta a questa domanda.
L’opera si presenta come ipotesi per un progetto futuribile, verosimile e realizzabile. Per far questo oltre a delle scale e una grande vasca ho immaginato di utilizzare dei “teli raccogli nuvole” che devono essere posti in alto per accogliere il passaggio delle nuvole e intrappolare l’umidità che poi diventerà acqua. Queste reti sono già impiegate per ovviare il problema idrico in alcune parti del globo.
L’opera sviluppa questo concetto mediante una serie di autoscatti fotografici eseguiti a Ponte a Buriano e successivo collage in cui sono intervenuta disegnando le parti mancanti e utili a completare le tre scene che si dividono in progettazione, costruzione e applicazione della macchina della pioggia.