Arcipelago è un progetto nato alla fine del 2016 per costruire un nuovo spazio di condivisione, per promuovere la cultura artistica, per stimolare le persone ad entrare nel mondo dell’arte in modo personale e far conoscere la propria voce artistica.
Una iniziativa fortemente voluta dalla Fondazione e sostenuta dalla famiglia di Gustavo Biagi, a cui il concorso è dedicato, che, con un atto di coraggio e altruismo non indifferente, ha trasformato un’esperienza dolorosa e profonda, in un’occasione di arricchimento per tutta la comunità.
L’arcipelago è un gruppo di isole che parte di un’ unica dorsale sottomarina. Se all’apparenza le isole ci sembrano singole entità, ci accorgiamo che sotto il livello del mare, fanno parte di un unico gruppo di “montagne” sommerse, anche se, quello che affiora è solo una piccola parte.
Il desiderio della famiglia Biagi, ideatrice e promotrice del progetto, è di mettere in rete e far uscire allo scoperto, gli autori di quell’arte “sommersa” che ridiventa puro strumento di conoscenza del mondo.
Un progetto a cura di Fondazione Rocca dei Bentivoglio
In collaborazione con: Comune di Valsamoggia, Accedemia Belle Arti Bologna, MAMBo – Museo d’arte moderna Bologna
Intervista a Elisa Zadi
1- Essere esordienti significa praticare, con qualunque tecnica e qualunque espressione, la fantasia e l'immaginazione con responsabilità, senza avere come meta o scopo unico e ultimo, il mercato. Esordire deriva dal latino "exordiri", che in origine significava «cominciare a tessere». Quando avete cominciato, per la prima volta, "a tessere"?
Ho cominciato “a tessere” in maniera consapevole quando mi sono resa conto che la pittura mi apparteneva ed io non potevo più farne a meno. Questa pratica mi permette infatti di esplorare una dimensione Altra in cui posso unire l'introspezione e le esperienze esteriori confluendole nell'atto pittorico. Solo nell'atto creativo ho infatti la sensazione di comprendere la verità che mi circonda e il mistero interiore che anima la vita.
Credo che nel lavoro artistico la ricerca sia fondamentale e in questo senso un'artista deve porsi sempre come esordiente. La libertà in questo senso coincide con l'autenticità e di conseguenza la ricerca è creazione. Le regole del mercato sono estranee a questi meccanismi e i binari dovrebbero rimanere sempre paralleli. Credo che un'artista faccia una scelta a priori dettata dal proprio essere. Chi aderisce a questa modalità, sarà sempre un'esordiente. Questa professione è scelta prima di tutto per necessità indispensabile di chi la pratica, come una missione o una vocazione personale.
2- Come ci insegna Arcipelago, nessuno è veramente un'isola. Cosa significa per voi questo concetto?
Isola-isolamento sono condizioni necessarie a favorire un'introspezione per me necessaria alla creazione. Ma è vero che ognuno non è mai isolato o separato, ma interconnesso. Questo essere isolati e interconnessi al contempo è una condizione esistenziale. Chi pratica la creazione si trova sempre a vivere in questo logos, un confine che vede fondersi vita e lavoro, interiorità ed esteriorità, invisibile e visibile. Questa è stata la mia interpretazione di Arcipelago.
3) Racconto breve di com'è nata una delle vostre opere che verranno esposte
Le mie opere nascono da una sensazione che poi identifico con un soggetto che mi attrae e che può essere reale o un ricordo. A quest'immagine primigenia che dipingo si associano poi altre immagini che iniziano a dialogare con essa e di conseguenza a formare un racconto, una storia. Le mie opere nascono così per associazioni di immagini e per aderenza ad un sentire che muove tutto lo svilupparsi dell'opera. Non definisco mai le cose a priori, lascio che sia il processo creativo a suggerirmi gli elementi da inserire in maniera estemporanea ed essenziale.
La contingenza e il non pieno controllo di alcune zone liquide di colore diventano dei valori che mi consentono di rispettare tutti i passaggi in cui gli elementi dell'opera si formano dal disegno alla pittura più corposa e materica. Io cerco di riconoscere e veicolare questi elementi all'interno dello spazio pittorico armonizzandoli fra loro. In definitiva non so mai bene cosa verrà fuori quando inizio una nuova opera e prendo ogni esperienza pittorica come un'avventura che cerco di sviluppare in maniera coerente con il mio sentire. Questa modalità mi appartiene e mi sembra in linea con la mia vita e con la realtà che sto vivendo.
https://www.frb.valsamoggia.bo.it/news/arcipelago-2024-ottava-edizione-intervista-a-elisa-zadi/